Arrampicare in Valle Sabbia

Informazioni utili per un soggiorno nella terra tra i due laghi

In Val Sabbia si trovano diciassette palestre di roccia dove praticare Sport Climbing a tutti i livelli. Vuoi metterti alla prova? Ti aspetta il Pilastro. Vuoi muovere i primi passi in questo sport? La Corna 23 offre vari tiri di moderata difficoltà nel suggestivo settore delle Fate.

La comunità di climbers locale vanta falesie esposte a tutti i versanti, quindi, di scuse, ne restano poche: non fa mai troppo freddo in Besume o alla Corna di Fenere, né troppo caldo a Bione.

Le falesie sono tutte abitualmente frequentate, ben tenute dagli stessi utenti e facilmente accessibili: la spittatura è moderna, sportiva e fa divertire climbers esperti e meno esperti.

Quando arrampicare in Valle Sabbia

Falesie per tutti i gusti e stagioni

Estate e mezze stagioni

La maggior parte dei climber predilige la bella stagione per organizzare gite e vacanze arrampicatorie, sia per le lunghe giornate calde, sia per il rischio relativamente ridotto di incappare nel maltempo. Uno dei vantaggi della Val Sabbia è la sua altitudine piuttosto bassa,  tra i 200 ei 2000 metri circa, questo le conferisce una maggiore stabilità meteorologica rispetto a molte zone alpine e permette agli scalatori di godere di un clima mite e asciutto anche in autunno e in primavera. La falesia perfetta per le mezze stagioni è la Corna 23, a Vestone, ventilata, ma esposta a sud-est, mentre Bione, Caldoline e l’area di Nozza sono frequentate anche nelle calde giornate di agosto.

Oltre al piacere di arrampicare, nei mesi più caldi si può godere della bellezza incontaminata del lago d’Idro, dalle sue spiaggette romantiche, ai paesaggi e ai borghi. Da non perdere è il paesino di Anfo e la sua celebre Rocca, la fortezza napoleonica più grande d’Italia, mentre, per gli avventurieri di tutte le età, una visita al parco delle Fucine di Casto è d’obbligo, con ferrate e percorsi adatti a grandi e piccini. I trekking nella zona donano agli occhi e al cuore grandi soddisfazioni: la piana del Gaver, nel Parco Nazionale dell’Adamello, include itinerari panoramici, ma anche passeggiate adatte ai bambini, dal pittoresco Lago della Vacca alle cime Terre Fredde e Cornone di Blumone. Per gli amanti delle bianche rocce dolomitiche, un’escursione a Cima Caldoline è d’obbligo: oltre ad una vasta falesia dove è possibile arrampicare, si può percorrere il Sentiero della Resistenza, oppure raggiungere la Corna Blacca, letteralmente “corna bianca”, ed effettuare un percorso ad anello.

Inverno

Per i montanari più radicali, che al clima piacevole e ai ritrovi serali in falesia preferiscono l’allenamento della roccia invernale, la Val Sabbia è ideale per le numerose falesie esposte a Sud, come il Renico, il Pilastro e il Besume. Anche d’inverno, si può scalare su tiri di varia difficoltà senza congelarsi le dita e, nelle giornate limpide, si può anche apprezzare una temperatura accogliente.

Negli inverni particolarmente nevosi, i climbers amanti dello sci alpinismo hanno di che divertirsi: In Gaver e in Maniva non mancano giretti interessanti e panoramici: dal Lago della Vacca, si possono raggiungere diverse cime, Laione, Blumone e altro ancora. Anche il vicino Monte Guglielmo regala sempre discese piacevoli.

Nel mese di Carnevale, Bagolino celebra la sua festa più tradizionale e caratteristica, dalle radici antichissime e da sempre attesa con grande trepidazione dai local. Chi visita la Val Sabbia in inverno, non può che fermarsi a Bagolino, per assistere al Carnevale, unico nel suo genere, per un calice e per conoscere un borgo traboccante di cultura e di bellezza.

Michela Silvestri, cima Caldoline (credits: Diego Ebranati)

La Valle

Un breve cenno storico e geografico

La Valle Sabbia si estende nelle Prealpi Bresciane come una continuazione naturale della trentina Val di Chiese, tra il Lago d’Idro e il Lago di Garda. Per questa sua conformazione geografica è stata più volte denominata Terra tra i due laghi.

Da sempre popolata e ricca di servizi e infrastrutture, la Valle Sabbia fa anche parte di un patrimonio prealpino di notevole interesse naturalistico, un patrimonio  conosciuto dai grandi geografi Aldo Sestini e Umberto Bonapace. Proprio quest’ultimo parla, nella Guida d’Italia, di una complessa trama di catene e massicci calcarei. Nel territorio valsabbino si concentra una gran varietà di cime, passi, bocchette e selle, le quali furono storicamente esplorate e conosciute solo dagli abitanti locali. È proprio questa sua caratteristica di concatenazione montuosa, complessa e riservata, che ha fatto della Val Sabbia un luogo strategico per l’attività partigiana.

Fausto Camerini, autore di Prealpi Bresciane, accenna vagamente alla ritrosia tipica degli alpinisti del luogo, che spesso custodiscono gelosamente il segreto delle loro imprese,  proprio per questo la presente guida si propone come un invito a conoscere ed ammirare un'area intensamente abitata, ma ancora intatta ed estremamente selvaggia per molti suoi aspetti.

Dove mi porti a cena?

La Valle Sabbia ha custodito fino ai nostri giorni una cultura e un saper fare unici, che si possono apprezzare anche a tavola. Lo spiedo bresciano non è sempre disponible sul menù di tutti i locali, poiché la sua preparazione necessita di almeno quattro ore di cottura, nonché di previa spiedatura, e proprio per questo, se si ha l’occasione, è da provare! Leggende narrano che la ricetta valsabbina sia quella vincente per ottenere la pietanza perfetta.

Un altro prodotto da assaggiare nei ristoranti della Valle è il formaggio. Il Bagoss è il più famoso ed è tipico delle malghe di Bagolino, ma in tutta la valle molte aziende agricole producono varie qualità di formaggio, acquistabili nelle numerose botteghe della zona.